Sesso, Planet Dream: il supermercato dell’amore
La famosa catena di pornoshop si amplia fino ad assumere la nomea di catena
Nella zona industriale Eckbolsheim di Strasburgo, di trova un edificio di 300 metri quadrati che dovrebbe essere in tutto un supermercato, ma senza surgelati tegolini e coca cola. I ripiani sono pieni di lubrificanti, palline anali e dildi di gomma. Franck Cecchettani, insieme a Claude Tesolin, sono i proprietari. Con Tesolin, suo amico d??infanzia e ora socio, nel 2001 è entrato nel business dei porno-shop, con un primo negozio a Mulhouse. In nove anni, Planet Dream ha aperto nove punti di vendita a Metz, Geispolsheim, Eckbolsheim, Colmar, Mulhouse, Sausheim, Montbéliard, Besançon e Digione. La società si è divisa in due rami, quattro anni fa ed è stato creato Dare, risevato però ad un pubblico proletario. Quest??anno, Planet Dream ha come obbiettivo dichiarato conquistare il centro delle città con il suo nuovo ??negozio per l??amore?.
??Occorre adattarsi ai cambiamenti della domanda e delle tendenze della clientela (più spesso di sesso femminile e di coppia)?, ha spiegato Franck Cecchettani, affermando che per lui vendere un giocattolo del sesso è esattamente come vendere una lattina di piselli? Se la vendita di sesso e relativi accessori è stata sdoganata attraverso Internet, i negozi di Planet Dream esercitano la funzione di vetrina. I clienti infatti possono vedere e toccare le merci, per poi acquistarle con maggiore privacy, on line. I clienti sembrano essere molto soddisfatti: si può passeggiare fra uno scaffale e l??altro, stile esselunga , solo che qui si possono trovare dvd e gadget erotici veramente di tutti i tipi. Gli oggetti acquistati sono provvisti di sacchetto anonimo d’ordinanza per una maggiore privacy.
Oggi l??azienda ha 22 dipendenti con una caratteristica che le accomuna: sono tutte donne. Per la proprietà, questo è un modo per differenziare il negozio, per evitare che sia considerato come il tradizionale e ??tenebroso? sexy shop che abbiamo conosciuto finora. Con la crisi, la società ha registrato un calo del fatturato di circa il 15%. ??come a livello nazionale?, si consola però Franck Cecchettani. Per rimanere operativa, l??azienda ha avviato il sistema delle vendite in casa con Pilirose. Queste riunioni casalinghe, tipo Tupperware, sembra seducano sempre di più la comunità gay.
Immaginate quindi, una cena, con uomini vestiti da paggetti o da centurioni romani che tirano fuori giocattoli erotici o dildini finti per animare una serata mondana. Per fortuna esistono i gay per l’esselunga delle balle.
Fonte voceditalia.it