La Nasa: ‘Una guerra nucleare ridurrebbe il riscaldamento globale’

Una soluzione geniale, un po’ come tagliarsi le unghie con una motosega. Ma nessuno se lo augura per fortuna

Sul National geographic una notizia che ad una lettura superficiale sembra uscita più da Voyager: “Secondo i modelli del computer del governo degli Stati Uniti anche una guerra locale nucleare potrebbe innescare un  raffreddamento “senza precedenti” globale e ridurre le precipitazioni per anni”, e il messaggio continua con l’inquietante conclusione, “una diffusa carestia e malattie  probabilmente seguiranno l’evento”.

A CHE SERVE? – Pazzia pura? No. in realtà lo studio non nasce dalla noia di qualche scienziato ozioso, ma da una considerazione molto seria: nonostante la guerra fredda sia finita da un pezzo, la possibilità che un conflitto nucleare si scateni non è nulla, basti pensare a zone calde in cui sono presenti paesi dotati di atomiche, come India e Pakistan. Vedere quali effetti sul clima potrebbe avere una guerra regionale nucleare, gli scienziati della NASA hanno simulato un conflitto in cui vengano fatte esplodere un centinaio di bombe come quelle diHiroshima, che rappresentano solo lo 0,03 % dell’arsenale atomico mondiale.

NUVOLONI NERI – I ricercatori hanno previsto  che gli incendi derivati dalle esplosioni sparerebbero circa cinque milioni di tonnellate di carbonio nella parte superiore della troposfera, lo strato più basso dell’atmosfera terrestre. E quindi? Incendi, quindi fuoco, quindi calore. Come potrebbe influire in modo positivo sul riscaldamento globale? Nei modelli climatici della NASA, il carbonio assorbirebbe il calore solare e, come un pallone ad aria calda, salirebbe in modo rapido ancora più in alto nell’atmosfera, in una zona dove la fuliggine avrebbe bisogno di molto più tempo per abbandonare il cielo.

BRRR CHE FREDDO – E quindi? Quello che accadrebbe è che questi nuvoloni neri  causerebbero un raffreddamento globale non così forte come l’inverno nucleare di una guerra tra due superpotenze, ma tale da invertire il processo del global warming. Dopo una guerra atomica locale insomma le temperature globali si abbasserebbero di 1,25 °C nei due o tre anni successivi. I tropici, l’Europa, l’Asia e l’Alaska subirebbero un raffreddamento più accentuato, da 3 a 4 °C. Parti dell’Artide e dell’Antartide diventerebbero un po’ più calde per via dei cambiamenti dei venti e della circolazione delle acque di mari e oceani.

IL RIMEDIO PEGGIORE DEL MALE – I prevedibili effetti collaterali della cura da cavallo sarebbero carestie e una diminuzione dello strato di’ozono. Infatti si altererebbero le precipitazioni del 10 %, e anche dopo sette anni di distanza dall’evento gli effetti sulle piogge si farebbero sentire, con un forte impatto sull’agricoltura. Inoltre il filtro atmosferico di ozono che impedisce alle radiazioni ultraviolette di arrivare al suolo si ridurrebbe permettendo una esposizione maggiore, e quindi rischi più grandi per la salute. Lo studio certo non si augura che accada, sarebbe come passare dalla padella alla brace.

Fonte giornalettismo.com